Le caratteristiche del lago di Montorfano e dei suoi dintorni sono legate all’evoluzione geomorfologica dei luoghi determinata dalle glaciazioni. Il paesaggio è stato determinato dalla presenza di una cerchia morenica esterna prodotta dai depositi della glaciazione denominata del Würm, mentre il bacino del lago deve la sua formazione a una glaciazione più recente, questa ha colmato una preesistente conca con depositi morenici, che, disgregandosi in presenza di materiali argillosi, hanno contribuito all’impermeabilizzazione della conca stessa e, quindi, alla formazione del lago. L’alimentazione idraulica del lago avviene per scambi con la falda acquifera, attraverso lo scorrimento superficiale delle acque che non riescono a infiltrarsi nel terreno e, naturalmente, attraverso le piogge. Il deflusso, oltre ad una quota legata al regime delle falde, avviene tramite un emissario al quale sono attribuiti vari nomi tra i quali Rivo del Molino e Terrò.
Sulla riva settentrionale del lago, agli inizi del secolo scorso sono stati ritrovati i resti di un insediamento palafitticolo, che può essere fatto risalire all’età del bronzo (sec. XIV – XII a.C.). Il ritrovamento fu del tutto casuale: nel luglio 1918, durante lo scavo di trincee di sondaggio per la ricerca della torba, vennero alla luce, ad una profondità di circa 2,40 metri, numerose testate di pali. Il Conte Giovanni Barbavara, proprietario del terreno, decise di far continuare le ricerche con attenzione, consapevole dell’importanza del ritrovamento. Durante gli scavi vennero poi portati alla luce resti di varie specie animali e vegetali, oltre ad oggetti manifatturieri che possono dare un quadro delle attività umane e del tipo di vita dell’epoca.